(Foto di Francesca Anita Modotti)
Non vi tagliate le vene :
Mi
inquietava non poco risponderti come si risponde durante un interrogatorio,
negando persino particolari inoffensivi per cadere su quelli rilevanti, sulla
sostanza, che in una indagine assimila le sfumature mentre compone figure,
scurendo caselle chiare dalle forme irregolari. Per inteso, quelle col pallino
nero. Così mi tenevo la pancia con tutte e due le mani, stringevo e strizzavo
alle contrazioni piegato in due da fitte di dolore, dal fiume di sudore freddo,
coi capelli appiccicati sulla fronte. E mentre questo scempio dentro di me
avveniva, tu eri oltre la porta, a urlare. L'integralismo aveva bellamente
occupato casa, con carri cingolati nelle camere e una linea Maginot di traverso
al corridoio. Catene di trincee. Morti di fame dati in pasto alla guerra. Si
udivano granate esplodere, e colpi di mortaio. Qualsiasi tregua era esclusa.
Così, come se non fosse mai stato possibile altro di niente nella vita. Attività
sorprendenti! Invece che stare a scrivere sui pezzi di terra imitando le
stelle, con un bastone, quando è notte e in campagna si svegliano i fili d'erba
in amore, con la terra e il vento che scopa via polline, resine, spore...
invece che starsene a fare 400 chili di figli e figlie, sputando sudore,
piuttosto che sangue... La condizione naturale dell'essere umano non può essere
la guerra, mi confidavo distratto, perché la prospettiva di entrare
volontariamente in un carnaio, non è molto attraente. Avrei fatto meglio a
concentrarmi sulla respirazione e a guardare... Servi, schiavi, ricattati,
inermi da un lato, in processione. E poi dall'altro singoli schiantati,
inorriditi sul baratro delle possibilità, dalle tinte di un quadro, da un padre
malato. Non erano molti, è vero, ma ognuno di loro prendeva in mano un fucile.
E a quel punto che fare? La corsa al riarmo in ritardo? Lo shopping
compulsivo degli indiani d’america, strappando schioppi scassati ai
trafficanti bianchi? Di sicuro la situazione c'era sfuggita di mano, pensai,
mentre morivo avvelenato e tu strillavi domande implacabili senza aspettare
risposta, ferma e ritta lì dietro la porta.
avrebbe continuato molti altri minuti dopo la tua morte a interrogarti http://sabrinaancarola.blogspot.com/2010/12/e-pensare-che-ti-amavo-da-morire.html
RispondiEliminac'e' gente che non si tiene...
RispondiEliminaIo riconosco in me questa caratteristica (ma almeno la riconosco) poveri ex...
RispondiEliminaex... viventi? quali veleni hai usato? o ne secerni di tuo?
RispondiEliminasi suicidano...posso capirlo ..in fondo
RispondiEliminasei come la depressione. te l'hanno mai detto?
RispondiEliminanon passo indifferente..non è poco ;)
RispondiEliminaIn effetti, ho rischiato di tagliarmi le vene.
RispondiElimina(Metafora a parte)
@STORM righello troppo affilato?
RispondiElimina...sì, di sicuro la situazione era sfuggita di mano...!!
RispondiEliminaho avuto un rigurgito..da situazioni analoghe ho compreso che se c'è qualche oggetto nei paraggi a cui tieni davvero è necessario provare a rispondere, io per non averlo fatto ci ho rimesso un pc nuovo di pacca,è esploso come una bomba... Eri H.
RispondiEliminami viene sempre l'incazzo quando non trovo le parole adatte perchè sono perfette quelle che già ci sono!
RispondiElimina@luisaluz piu' o meno come in Cecenia?
RispondiElimina@Eri H dove l'avevi comperato quel pc cosi' versatile?
RispondiElimina@amore immaginato non ti incazzare, e' la legge dei grandi numeri: le uso tutte cosi' non sbaglio.
RispondiEliminaSembra una vomitata di getto di parole che mi piace.
RispondiEliminanon mi piacciono le domande buttate di getto...ma l'istinto animalesco ci fa diventare anche così.
all'Unieuro.. quello che "l'ottimismo è il sale della vita" che mi pare sia pure fallita, ahaha :)))
RispondiEliminaEri
@Marta oh anche io con gli interrogatori ho un pessimo rapporto. addirittura gia' le interrogazioni le vivevo male... Ah.. aspetta... mi dicono che e' una cosa abbastanza normale :)
RispondiElimina@Eri H. come direbbe una mia vecchia conoscenza... va bene sale e pane, ma il pane dov'e'? :))
RispondiEliminaehhh il mio non lo so... per parecchi anni la recessione risparmiò il paese ma già allora colpì me quindi ora sono solo curiosa di vedere il pane altrui che fine abbia fatto:) Eri
RispondiElimina@Eri H non me ne parlare, io sono nato colpito. ed e' da un po' che aspetto sulla famosa riva del fiume. "questa e' la strada del ponte" cantava una mia bisnonna...
RispondiEliminasu questa strada del ponte il pane si raccoglie dalle piante ma camminando ogni voltarsi a guardare con un pizzico di allegro sadismo chi lo cerca ancora nel portafogli è cosa buona e giusta .. tanto siamo già statue di sale, dio boia :)
RispondiElimina@Eri H. ...almeno i fuochi d'artificio sulla citta' degli stolti (o era degli empi?) ce li possiamo guardare...
RispondiEliminacerto.. spogliamoci di tutto ma non del il piacere dello spettacolo :) eri
RispondiElimina@Eri H spogliamoci di tutto cio' che non ci piace.
RispondiElimina...più o meno...già....
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