(Fotografia di Francesca Anita Modotti)
Rivoluzionari
per vocazione, e non per capacità, fanno più male che bene e io con loro, in
pura incoscienza. Sulle calde braccia del giorno, di sponda al fiume, facevo
penitenza a questa consapevolezza raggiunta. contemplando un limite. Il faro
sul molo, di fronte al capanno da pesca di mio nonno che però affacciava al
mare, mi inviava preoccupanti segnali in contrasto apparente tra loro. Da un
lato proponeva visioni romantiche di nascondigli desolati, disertati dal mondo
eppure meravigliosi, o forse proprio perché meravigliosi disertati. Dall'altro
mostrava il delirio di arroganza, di supponenza, di prudenza, giocando a
estrarre la meraviglia e spremerla in qualche olio essenziale. Fino a bruciare
la pelle, fino a farla reagire, come per strapparla al limbo, al fumo delle
fabbriche e ai colori amari di un cementificio. Un artificio è questo, pensavo.
Un fuoco pirotecnico alla festa di una qualche madonna crollata. Impiccata
sotto al ponte dei liquami, allo scarico dei sandali neri. E dove siamo
stati ieri? E dove saremo domani? e altri dettagli d'indagine
tipo, cosa fai di questo arancio torto se il pensiero non ti dorme
accanto? A chi ridi? A chi chiedi di metterti a letto, di portarti un difetto
da nulla in cambio di qualche tragedia, di qualche conflitto insanabile? Le
onde più grandi spazzano il molo. Un bambino scansa l'acqua salendo sul primo
gradino della scala intorno al faro. Poi non basta più il primo e tocca saltare
al secondo. Finché il mare non s'infuria e non basta più il terzo per salvare
le scarpe. Ecco, si gioca con la sabbia del deserto e con l'acqua del mare. Per
vocazione e non per capacità, facendosi ne' bene ne' male. Contemplando il
limite che riflette narcisi e statue di sale. Mentre la regola è: mai girarsi a
guardare.
http://www.youtube.com/watch?v=Hy0Xtiv_wB0
RispondiEliminaE i sottoaceti niente? ( a colazione fanno male infatti...). Buongiorno. -Sucre.
RispondiEliminaI fari mi hanno sempre trasmesso un po' d'inquietudine.
RispondiEliminaCredo sia colpa di certa letteratura...
@Sucre LMA fa sapere che gli brucia gia' abbastanza cosi' lo stomaco... :)
RispondiElimina@Marla Singer io ci ho scritto la mia prima canzone, sopra ad un faro... figurati..
RispondiElimina@sabrina ancarola si ma questa mi piace di piu' http://www.youtube.com/watch?v=BOD5Xoq0AFU
RispondiEliminauna delle mie preferite ;)
RispondiEliminaAh, che peccato. Per la colazione non vanno bene, ma a pranzo sarebbero già qualcosa... i sottaceti. LMA dovrebbe ben sapere che di questi tempi i bruciori di stomaco non mancano a nessuno ( o quasi). ... Il faro a me piace. Mi sta simpatico come posto, anche uno sperduto e abbandonato in cui sono stata una volta. Non era il faro a essere inquietante, ma era semmai imponente la "forza" della natura che lo cincondava. -Sucre
RispondiElimina@Sucre "costruiamo un faro intergalattico per comunicare con il fondo dell'umiverso!!!", disse uno, ma non lo capirono dato che le lingue erano state confunse proprio per evitare che gli esseri umani prendessero iniziative del genere :)
RispondiEliminamio fratello ha fatto tutto un lavoro musicale sui fari :-)
RispondiEliminadi notte li vedeva illuminati e di giorno li immaginava...
http://www.giuseppegavazza.it/aggiuntiva1/Semafori-all-web.html
SEMAFORI
Giuseppe Gavazza | Sound & Film
Site: La Napoule, France
Italian : semaforo
English : traffic light
French : feu
Semaforo comes from Greek σεμα (meaning) e φερω (to bring) Italian: faro
English: lighthouse
French: phare
A lighthouse is a semaphore: a bringer of meaning.
Every lighthouse has its own voice: its rhythm and colour declare its location. Lighthouses are visual sirens: in Italian sirena means both siren and mermaid. During my residence in 2000 at La Napoule Art Foundation I filmed the eight lighthouses I could see from my room: an eight voice visual choir.
I have created a synchronised artificial audio to reveal each lighthouse's voice, transforming this luminous choir into an audible polyrhythmic one. This has been overlaid onto the original natural soundscape recorded in 2000. For the installation in the Bank Gallery each video with its accompanying audio will be transmitted through eight separate screens in the similar silent and dark space.
@luisaluz grazie del link grande Luisa :9
RispondiElimina:-) grazie a te grande Kap :)
RispondiEliminaScrivere canzoni è una di quelle cose che avrei tanto voluto fare, ma ci son negata. Un po' come dipingere. Le cose che mi piacciono di più sono quelle che non so fare, grrr...
RispondiElimina@Marla Singer invece scrivere canzoni e' uno dei miei pochi talenti. sicuramente quello che amo. (con un nick come il tuo dovresti scrivere canzoni o sviluppare il fiuto per trovarne delle belle)
RispondiEliminaLa rivoluzione ha sempre in sé qualcosa di romantico. E io sono una guaribile romantica. [..ed essendo pure stonata come una rana con raucedine, chiederò asilo ad uno stagno].
RispondiElimina@Emma Peel la rivoluzione e' un pensiero nuovo che vive adesso. (non ho mai conosciuto un romantico guaribile)
RispondiEliminache meraviglia questo pezzo Kap! che meraviglia!
RispondiElimina@Kapperi capperi che pezzo! :)
RispondiEliminaKapperi è il prolungamento di Kap ed è il nick che avevo scelto tempo fa per leggere la raccolta dei tuoi vecchi post.Notte lupo! ovviamente da lupacchiotta ^__^
RispondiElimina@Kapperi infatti mi ero chiesto all'inizio vedendo il nick se avesse a che fare col mio... ciao lupacchiotta ;)
RispondiElimina