(Fotografia di Francesca Anita Modotti)
Sono novità di
crescita, foglioline verdi, vita e linfa. O sono gravide scorze d'amianto,
aride insenature dove lapidi fuoriescono intonse da improvvisate fosse comuni.
Comunque sia, a contatto col mondo, hanno solo una lingua di terra fredda. Sul
selciato, appaiono gravide chiocciole desiderose di bava, piste discrete
d'ordine opposto. Inveterate.
Avevo più o meno voglia
di un gelato, più o meno voglia di passeggiare, più o meno voglia di te. E tu
non c'eri. Eri un'altra. Un'altra inesistente più o meno come la voglia che
avevo di te. Ti leccai, ti sciogliesti. Colasti lungo il cono lasciandomi a
pensare che in fondo alla valle c'è l'arcobaleno col tesoro. Mettesti un
coperchio sulla pentola e dicesti, vedi? non sono io il demonio.
Eppure crescevi. Come l'onda a largo che minaccia l'orizzonte. Mi desti il
tempo d'ordinare un chilo di pane e andasti via. Di te rimase una chiazza sul
pavimento, un po' oleosa. E non potei non pensare a quando ti spingevo la testa
su pozze di latte e tu bevevi, avida. Sulla maglia avevo come l'impressione di
te. Come una sindone d'umido acido. Chiedesti un passaggio al primo furgone che
claudicante consumava la Nazionale Adriatica. A quell'ora trovarlo in un
deserto sarebbe stato meno astruso. Sparisti dentro la lamiera e mi guardasti,
solo un attimo, mentre già non ti vedevo. Farti divorare era la tua specialità,
il tuo gioco, la tua tecnica migliore. Hai mai visto sorgere il sole sopra al
mare e poi, un istante a seguito, l'hai mai visto reimmergersi e rientrare? Chi
dovesse raccontarti che non esiste più vita, ti direbbe una balla. Chi ti
dicesse che raccoglie fili per intrecci superiori, ti direbbe una balla. Chi ti
dicesse che c'è un'opera oltre il suo non fare, ti direbbe una balla. Chi ti
dicesse che il vento è caldo e che la neve scenderà, ti direbbe una balla. Ma
facendolo manifesterebbe se stesso e tu capiresti. Capiresti che i fiori stanno
al mondo per profumare. Che lo sterco sta al mondo per concimare. Che il mondo
sta al mondo per starci. E che nulla ha un senso lontano da te e dalle tue
mani. Da te e dai tuoi occhi passiti, bevuti a fine pasto da rubiconde lune
satolle. E allora cosa faresti? Cosa farai anzi ora sapendolo? Li vedi colare
come gelati dal cono. Li senti cianciare inutilità frapposte a imbuto.
Attendere la morte nell'inconsueta cura di un sé inesistente. Glielo lasceresti
senza dire parola? O li incontreresti sopra un valido scopo vidimato da qualche
matrimonio di convenienza? Il mondo ha bisogno di eroi almeno quanto gli eroi
hanno bisogno di non capire il mondo.
io sono senza parole.il tuo modo di scrivere è come soffio di vento che sposta le nuvole,arriva e stupisce,bravo.
RispondiEliminapotevi trattenere e non l'hai fatto, perchè? restare forse era il desiderio di entrambi. a meno che sia il protagonista, (alpexex o chi per lui), e non lei, a non conoscere altra forma di amore se non quella di divorare, di bruciare tutto rapidamente, per poi passare oltre.
RispondiEliminami è venuto spontaneo :)
ps. maledetto il mondo che ha bisogno di eroi
...le tue parole sanno delineare assai bene le emozioni, il loro intrecciarsi e dileguarsi e l'aggrapparsi ad esse della nostra mente...Ciao grande Kap...
RispondiElimina@soleilinside nn so da dove provenga il soffio di vento, ma delle nuvole in cui vivo mi accorgo spesso.. : )))
RispondiElimina@Luisa Gavazza ciao grande Luisa
@Anna e' fenomenologia del cono gelato, Anna... :))) maledetti gli uomini che hanno bisogno di quel mondo (e non e' un anatema, ma solo una constatazione)
RispondiEliminacerto alpexex, maledetti gli uomini che hanno bisogno di quel mondo.
RispondiEliminaehi ma i coni gelato hanno le mani? :)))) (sei pieno di allusioni, connessioni, hai un bel modo di scrivere tu, alcuni post mi sono piaciuti molto)
solo quelli che si leccano le dita... : )
RispondiEliminaScrivi benissimo, complimenti!
RispondiElimina@E. : )) sono gli effetti della scolarizzazione.. :D
RispondiElimina"E che nulla ha un senso lontano da te e dalle tue mani." Molto bello questo passaggio e bello tutto il pezzo, hai una bella sensibilità se riesci a scrivere queste cose. Secondo me se una persona è vuota non trasmette nulla e non mi sembra il tuo caso ^^
RispondiElimina@Elys per gli europei che vissero prima di Torricelli (certo, non per tutti), la natura, aveva "orrore del vuoto". chissa' se esiste il vuoto, o magari c'e' solo il celato, il sepolto, l'ignorato, il residuo dell'inaridito...
RispondiEliminaMmh per come la vedo io il vuoto esiste, almeno in certe persone u_u. Della serie se soffia il vento dentro di loro, si sente l'eco!
RispondiElimina@Elys... :))) vedi allora che e' vero e la natura ha orrore del vuoto? appena trova l'individuo sgombro... lo riempie col vento! :D
RispondiElimina:D ahahahah vero hai ragione!
RispondiEliminapiù leggo i post più mi convinco che non sono scritti a caso ma che rientrano in un disegno complessivo. mi chiedo dove vuoi portarci con le tue riflessioni
RispondiElimina@Marco ...io mi chiedo dove ci porteranno tutti. le mie e le vostre... : )
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