giovedì 4 agosto 2011

La Diaz tutti i giorni – Radio Carni Discount


(nella foto: superficie sud della Luna con tracce dei ripetuti bombardamenti di asteroidi - foto LRO)



Alpexex “e noi come ci vogliamo? (se ci vogliamo, in qualche modo, e se la discriminante non sta proprio nel volersi determinare e no...)”
Sabrina Ancarola “Io non voglio essere omologata”



E a forza di sterminare animali, s’era capito che anche sopprimere l’uomo non richiedeva un grande sforzo
(Erasmo da Rotterdam)


Inaspettatamente le macellerie presero a essere frequentate dagli ortolani, dai vitelloni, dai gallinari e dalle farfalle nello stomaco dei più gretti tra gli abitanti del borgo, ammirabili nell'ostentazione di un fare umano che più umano non si può. La radio dei macellai riuniti in corporazione sparò a frequenze unificate un rumore bianco, utile se volete a semplificare la regolazione dei suoni e degli strumenti, delle menti, ma poco incline a lasciarsi penetrare dal diverso zelo che via via gli uomini interpretarono nei secoli e che col tempo, cominciò a farsi sfinge, camice, uniforme e infine corazza. Così accadde che un giorno, tra quarti di vitello appesi, vagarono metalliche pelli arrugginite al cui interno non erano rimaste che aria e ragnatele. I ragni coraggiosi, infatti, non si lasciavano impressionare da quel vuoto sincero, rivelatore, atono e costruivano tele e dipingevano quadri. A quadrato le armature poi cominciarono a procedere, recitando rosari d'appartenenza, grani teneri e grani duri cagati con grosso sforzo, espulsi come s'espelle l'andropausa dalle gonadi dei maschietti. Le donne copiarono, come sempre fecero, l'andare dei signori maschi e li raggiunsero in menopausa, sterilizzandosi. Continuarono, è vero, a produrre figli, ma lo fecero più o meno come si producono barattoli di pomodoro passato, col senso che ha passare da una finestra al quinto piano per entrare in una casa con uscio aperto e ascensore funzionante. Così di notte uscirono dalle case, tutte uguali anch'esse, e tra i funghi e i villaggi puffeschi, si trovarono attaccate dapprima a una catena di montaggio, per cagar chiodi, poi in fila alla posta, per farsi cagare in mano pensioni e salari, poi ancora in coda all'ufficio dell'impiego, per elemosinare una cassa integrazione e una mobilità utili a partecipare all'ennesima fila, quella dove cumuli di pelati rossi dai nomi improbabili e dalla provenienza geografica atipica, aspettavano d'essere barattati con monete luride di ciarpame molle spalmato e marrone sui palmi. Con le mani puzzolenti poi, ancora nei macelli, alcuni esseri cigolanti di viti e lamiera si schiaffeggiarono violentemente. Dapprima sull'elmo e poi ancora nell'aria deserta. Ottennero di schiacciare qualche ragno e qualche farfalla sfuggita dallo stomaco. In ginocchio, ai lati dei Carni Discount, insieme a serie illimitate di cosce di pollo, di fegati d'agnello, di spighe di grasso e magro ovino che sembravano nate e raccolte da insolite piante cannibali, gli esseri umani allungarono infine le ombre col sole calante, ciarlieri di un nulla effettivo o di un universo incompreso. Senza fatti , senza novità, piangenti e speranzosi aspettavano notizie dalla radio. Della ratio. Aspettavano il bollettino meteo, neve o grandine ad aprile? Aspettavano i risultati della prima giornata del campionato di salto del secchio, è giusto giocare se la palla non rimbalza sulle teste degli idioti? Aspettavano notizie certe su cosa è meglio fare per le vacanze estive, è bene bere un mojito in riva all'Adriatico se Simona Ventura posteggia il culo sulla spiaggia di Nettuno? Ciò che la radio non disse mai è che mangiare carne, allevarla, macellarla, esporla al ludibrio degli astanti, aveva avuto a lungo andare l'effetto opposto che si sarebbe pensato potesse avere. E cioè, invece di produrre altre cellule a crescita, questo fare culturale, alimentare e commerciale non aveva potuto altro che consumare il riempimento degli uomini tradotti irreversibilmente ormai in cittadini, in precari, in disoccupati, in cassintegrati, in disintegrati generici. I macellai, ormai semplificati a commessi da banco, a cassieri, spensero la filodiffusione quel giorno, subito dopo il segnale orario che chiamava a raccolta gli eserciti davanti ad altra finzione. Aspettarono che gli ultimi clienti uscissero  e poi s'accomodarono veloci sul retro del negozio, in attesa dei fornitori. Un giornalista intanto preparava il servizio da trasmettere il giorno successivo sulle frequenze della radio. Il dietologo analizzava, bene imbeccato, le provenienze delle carni distribuite. Fattorie etiche, fattorie morali, industrie moralizzate, laboratori scuri dove genetisti imperterriti causavano vite senza foglie, corpi senza cosce, polli senza piume già pronti allo spreco. Passò addirittura ad analizzare i valori nutrizionali delle carni umane sotto le pelli scurite d'altre etnie, salate dal naturale  vento ricco di salsedine. Accumulate e frollate in carceri recintate e barricate, videosorvegliate. Il tempo giusto di marinatura, diceva, sono i 2 anni, anche se attualmente alla legislazione mancano ancora i fatidici sei mesi per raggiungere quel tetto. E che non c'era se non un remoto pericolo che il tetto ci crollasse addosso. Nei CIE, intanto, disse, gli impiegati s'adoperavano per frollare al meglio la carne nel poco agio concessogli dal moralismo di tali politici europei. Ovviamente, la notizia, ammesso che notizia fosse, il giorno dopo passò completamente inascoltata.

6 commenti:

  1. più lupo che cavallo alpexex. post da vegetariano :) (e tu cosa aspetti?)

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  2. @marco io non aspetto niente. sono pero' profondamente realista. come tutti i grandi veri romantici.

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  3. le macellerie mi fanno sempre un certo che...
    (ma quanta ragione ha erasmo?!)

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  4. @Occhio.Cavo tutta quella che si puo' avere arrivando da Rotterdam

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  5. dio è stata una grande invenzione, i politici un po' meno!
    (ironicamenteparlando)

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  6. beh dio e' piu' versatile del prezzemolo....

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