(nella foto: superficie sud della Luna con tracce dei ripetuti bombardamenti di asteroidi - foto LRO)
Alpexex “e noi come ci vogliamo? (se ci vogliamo, in qualche modo, e se la discriminante non sta proprio nel volersi determinare e no...)”
Sabrina Ancarola “Io non voglio essere omologata”
E a forza di sterminare animali, s’era capito che anche sopprimere l’uomo non richiedeva un grande sforzo
(Erasmo da Rotterdam)
Inaspettatamente le macellerie presero a essere
frequentate dagli ortolani, dai vitelloni, dai gallinari e dalle farfalle nello
stomaco dei più gretti tra gli abitanti del borgo, ammirabili nell'ostentazione
di un fare umano che più umano non si può. La radio dei macellai riuniti in
corporazione sparò a frequenze unificate un rumore bianco, utile se volete a
semplificare la regolazione dei suoni e degli strumenti, delle menti, ma poco
incline a lasciarsi penetrare dal diverso zelo che via via gli uomini
interpretarono nei secoli e che col tempo, cominciò a farsi sfinge, camice,
uniforme e infine corazza. Così accadde che un giorno, tra quarti di vitello
appesi, vagarono metalliche pelli arrugginite al cui interno non erano rimaste
che aria e ragnatele. I ragni coraggiosi, infatti, non si lasciavano impressionare
da quel vuoto sincero, rivelatore, atono e costruivano tele e dipingevano
quadri. A quadrato le armature poi cominciarono a procedere, recitando rosari
d'appartenenza, grani teneri e grani duri cagati con grosso sforzo, espulsi
come s'espelle l'andropausa dalle gonadi dei maschietti. Le donne copiarono,
come sempre fecero, l'andare dei signori maschi e li raggiunsero in menopausa,
sterilizzandosi. Continuarono, è vero, a produrre figli, ma lo fecero più o
meno come si producono barattoli di pomodoro passato, col senso che ha passare
da una finestra al quinto piano per entrare in una casa con uscio aperto e
ascensore funzionante. Così di notte uscirono dalle case, tutte uguali
anch'esse, e tra i funghi e i villaggi puffeschi, si trovarono attaccate dapprima
a una catena di montaggio, per cagar chiodi, poi in fila alla posta, per farsi
cagare in mano pensioni e salari, poi ancora in coda all'ufficio dell'impiego,
per elemosinare una cassa integrazione e una mobilità utili a partecipare
all'ennesima fila, quella dove cumuli di pelati rossi dai nomi improbabili e
dalla provenienza geografica atipica, aspettavano d'essere barattati con monete
luride di ciarpame molle spalmato e marrone sui palmi. Con le mani puzzolenti
poi, ancora nei macelli, alcuni esseri cigolanti di viti e lamiera si
schiaffeggiarono violentemente. Dapprima sull'elmo e poi ancora nell'aria
deserta. Ottennero di schiacciare qualche ragno e qualche farfalla sfuggita
dallo stomaco. In ginocchio, ai lati dei Carni Discount, insieme a serie
illimitate di cosce di pollo, di fegati d'agnello, di spighe di grasso e magro
ovino che sembravano nate e raccolte da insolite piante cannibali, gli esseri
umani allungarono infine le ombre col sole calante, ciarlieri di un nulla
effettivo o di un universo incompreso. Senza fatti , senza novità, piangenti e
speranzosi aspettavano notizie dalla radio. Della ratio. Aspettavano il
bollettino meteo, neve o grandine ad aprile? Aspettavano i
risultati della prima giornata del campionato di salto del secchio, è giusto
giocare se la palla non rimbalza sulle teste degli idioti? Aspettavano
notizie certe su cosa è meglio fare per le vacanze estive, è bene bere
un mojito in riva all'Adriatico se Simona Ventura posteggia il culo sulla
spiaggia di Nettuno? Ciò che la radio non disse mai è che mangiare
carne, allevarla, macellarla, esporla al ludibrio degli astanti, aveva avuto a
lungo andare l'effetto opposto che si sarebbe pensato potesse avere. E cioè,
invece di produrre altre cellule a crescita, questo fare culturale, alimentare
e commerciale non aveva potuto altro che consumare il riempimento degli uomini
tradotti irreversibilmente ormai in cittadini, in precari, in disoccupati, in
cassintegrati, in disintegrati generici. I macellai, ormai semplificati a
commessi da banco, a cassieri, spensero la filodiffusione quel giorno, subito
dopo il segnale orario che chiamava a raccolta gli eserciti davanti ad altra
finzione. Aspettarono che gli ultimi clienti uscissero e poi
s'accomodarono veloci sul retro del negozio, in attesa dei fornitori. Un
giornalista intanto preparava il servizio da trasmettere il giorno successivo
sulle frequenze della radio. Il dietologo analizzava, bene imbeccato, le
provenienze delle carni distribuite. Fattorie etiche, fattorie morali,
industrie moralizzate, laboratori scuri dove genetisti imperterriti causavano
vite senza foglie, corpi senza cosce, polli senza piume già pronti allo spreco.
Passò addirittura ad analizzare i valori nutrizionali delle carni umane sotto
le pelli scurite d'altre etnie, salate dal naturale vento ricco di
salsedine. Accumulate e frollate in carceri recintate e barricate,
videosorvegliate. Il tempo giusto di marinatura, diceva, sono i 2 anni, anche
se attualmente alla legislazione mancano ancora i fatidici sei mesi per raggiungere
quel tetto. E che non c'era se non un remoto pericolo che il tetto ci crollasse
addosso. Nei CIE, intanto, disse, gli impiegati s'adoperavano per frollare al
meglio la carne nel poco agio concessogli dal moralismo di tali politici
europei. Ovviamente, la notizia, ammesso che notizia fosse, il giorno dopo passò
completamente inascoltata.
più lupo che cavallo alpexex. post da vegetariano :) (e tu cosa aspetti?)
RispondiElimina@marco io non aspetto niente. sono pero' profondamente realista. come tutti i grandi veri romantici.
RispondiEliminale macellerie mi fanno sempre un certo che...
RispondiElimina(ma quanta ragione ha erasmo?!)
@Occhio.Cavo tutta quella che si puo' avere arrivando da Rotterdam
RispondiEliminadio è stata una grande invenzione, i politici un po' meno!
RispondiElimina(ironicamenteparlando)
beh dio e' piu' versatile del prezzemolo....
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