@rosibetti rubino... i tuoi assi migliori quindi sono assi invernali. o di estati passate al chiuso. o a spalmarsi creme a protezione totale.
(Fotografia di Francesca Anita Modotti)
Era estate – sì, lo
era. Dal sole lucido scendevano i raggi come comete piovute giù in fondo al
cratere, dritto da sopra la luna. La luna non piove, mi dicesti, e
intanto ti lucidavi le gambe con una specie di cera, almeno così mi sembrava.
Le api, in compenso, si facevano ronzare intorno delle mosche, malgrado miele e
merda avessero poche proprietà sensibili in comune.
Comunque era estate,
questo e' sicuro. Mia sorella, agganciata a un'ancora, risaliva il pendio
nevoso. La neve d'estate non era una cosa comune per noi della pianura.
Il ghiacciaio si
lucidava a notte, spalmandosi di qualcosa che non era e non c'era. Tuttavia al
mattino la trovavi. Era evidente. Il ghiacciaio brillava più del sole, e più
ancora della tua pelle. Ti invitai a ballare, ma ero troppo basso per
stuzzicarti con l'idea. Mi arrivi all'inguine, dicesti, torna
quando avrai finito le medie. Io pensai che l'inguine non era poi tanto male,
e che probabilmente tra 10 anni mi avresti chiesto di scendere alla sua
altezza. Al suo livello. Invece per sciare, quell'estate, dovevamo
arrampicarci sul ghiacciaio. Una vera odissea ogni mattina. Chi ce lo fece
fare? Ma mio padre, ovviamente! Mio padre da giovane spiava insieme a mio zio,
le donne senza reggiseno che pigliavano il sole sugli scogli. Invece sul
ghiacciaio mi lasciava solo accanto alle bagnanti. Alle pelli abbronzate e ai
trucchi del mestiere che non conoscevo ancora.
Così lucidandoti mi
guardasti e io ti riconobbi. Sei la nostra vicina di stanza giù al
residence, mi lasciai sfuggire.
Depilami l'inguine con
battiti di ciglia non rispondesti, e giù con la storia
delle medie da finire.
La sera tornai alla
stanza trascinando mio padre per il bavero. All'occhiello tenevo invece mia
sorella, che a quell'ancora era rimasta agganciata e mai più avrebbe avuto
fiducia nei mezzi meccanici a traino. Tanto che, parecchi anni dopo, avrebbe
preferito spingere la sua seicento piuttosto che legarla alla jeep del suo
ragazzo.
Il ragazzo di mia
sorella aveva un soprannome. Gli veniva dalla sua carica sessuale incipiente.
Quando lei me lo presentò io risi, perché già sapevo, e non fu una bella cosa.
Fui anche tentato di dargli una pacca sulla spalla e chiamarlo
"cotoletta".
Tu invece, spalmandoti
le cosce di quella sorta di cera, pareva quasi che ti preparassi a farmi
azzannare.
All'epoca solo io
sapevo essere deserto a me stesso. Assente alla prua come la nave quando l'onda
la rimpiazza: Per pochi istanti o per l'eternità.
Vedo già le croste
sulle tue cosce. Alghe, coralli, pesci tamburo col dito medio alzato. Qualche
scheletrico pirata, un forziere e l'uncino di un capitano poco fortunato.
Quanti anni passati invano, diobono! Tuttavia so anche che cospargersi di creme
a protezione totale non avrebbe cambiato il corso di nessuna storia.
fusione di ricordi,sole e ghiaccio,mischiato ad un desiderio che cambia proprio come la pelle quando si abbronza.
RispondiElimina...sono pieno di nei....
RispondiEliminail genere tira...
RispondiEliminail desiderio muove il mondo
RispondiEliminama sono io che nel sottotitolo vedo il mio nome? dovremmo tutti essere succubi dei raggi UV.
RispondiEliminami fermo a prendere un caffè qua leggendoti, grazie
RispondiEliminaE' un bel pezzo, bravo :)
RispondiElimina@sorella... dici le ancore...? : ))
RispondiElimina@rosibetti... nono, questo post e' innestato al blog tramite nostra interazione in commento al post precedente. (io sono vampiroide)
RispondiElimina@Occhio.Cavo galileiana...
RispondiElimina@sabrina ancarola eventualmente volessi, c'e' anche l'area fumatori.
RispondiElimina@ Artemisia1984 ora non resta che capire de che.. : ))
RispondiEliminabello. Mi piacciono le cose lucide, come il cielo anche se a volte fa male.
RispondiElimina@ Laura ..io invece preferisco le cose opache, le ombre. al limite il cielo lo preferisco terso. ecco, mi piace soprattutto quando cade.
RispondiEliminaMeraviglioso.
RispondiEliminal'accostamento tra il ghiaccio e il desiderio è davvero molto efficace, avvincente... Bellissima descrizione...Ciao grande Kap :-)
RispondiEliminacom'è che l'ora è così strana? vediamo che ora viene fuori a me. 7 e o9
RispondiElimina@luisaluz... le cose si accostano da sole, mi fanno le sorprese... : )
RispondiElimina@anonimo ah nn so... gli orari sono tutti sballati
bella sensazione essere deserti di se stessi...non avere niente in testa.....anzi....solo ed esclusivamente quel pensiero fisso che ti porta in giro.....come si dice per pochi istanti o per l'eternità...in maniera sublime.
RispondiEliminapoche idee ma fisse, come diceva qualcuno.
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