giovedì 23 giugno 2011

Tonsillectomia


Occhio.Cavo “il desiderio muove il mondo”

Rosibetti Rubino “”….Che prezzo hanno le parole se esistono le negazioni. Che prezzo hanno le parole se esiste un intero dizionario di sinonimi e contrari.”






(Fotografia di Francesca Anita Modotti)

Avete voglia di seguirmi in tondo a questo giro, sotto l'arso deterrente a ogni moto sbeffeggiante il mondo? Lì c'è la prima pianta. E' una quercia. C'era già quando tossivo e avevo le tonsille in gola. C'era il vento, era freddo, masticavo foglie raccolte nei campi. Ancora, penso sia stato un bene non avere avuto denti utili a sognare. Stomaco e bocca che preferirono da sempre lavorare, piuttosto che star lì a dar pretesti alla mente.
Insomma, se vi va, seguitemi nel fosso, fino in fondo alla discesa. Lì, vedete, dove i pini macchiano le vigne, dove la salita rincula e scappa, lì c'è la seconda pianta. E' un pino, col gemello siamese ormai crollato. Su quel pino da bambino mi nutrivo di distanze. I parenti al campo, seduti in circolo a pranzare, le zappe e i giochi. E io lì in alto. Seduto tra i confini dei rami e le formiche dispettose.
Imparai a ucciderle, e ci presi gusto. A insegnarmi fu un cugino giovane di mio padre. Io ero un bambino, e lui poco più. L'odiavo. Non so bene come. Aveva i capelli gialli e radi. Una serie di croci sulle spalle. Lo ricordo a ripetizione da mia madre, alle medie. Rosso sotto la paglia a cercare un accento che non c'era su di un verbo ausiliare. Una sorta di orrore nella carne. Il raccapriccio. La vergogna. Anche io poi da grande diedi qualche ripetizione, come mia madre. Ma non ne ero capace. Le cose sparivano mentre parlavo e diventavano altro. Evaporava ogni mio gesto prima ancora di planare, per pigrizia o per mancanza di virtù, non saprei dire. Indulgenza, per il fatto che preferisco ancora oggi giocare. Ma rinunciai. Con abominio. La verità è che forse non avevo niente da dare. Niente da dire. Nessun modo di arrivare.

Ma il circolo si chiude. Perché le parole sono a gratis, eppure molto care. E tornano.

4 commenti:

  1. perchè tutto torna nella vita,e tante risposte arrivano quando nemmeno le cerchiamo piu'.e noi non siamo altro che il frutto del nostro vissuto..responsabili di come siamo dentro e dello specchio nel quale ci riflettiamo.l'immagine del profilo che hai scelto mi piace..c'è quel sorridi che è la risposta migliore per percorrere la strada,qualsiasi strada si sceglie.

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  2. ma se i desideri cambiano e le parole hanno il loro contrario, nulla dura alphexex. pessimista?

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  3. @soleilinside quella e' l'immagine di una canzone. la canzone si chiama Sorridi. e' la lettera ad un uomo che sta in galera.

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  4. @Massimo ammesso e non concesso che il variare del desiderio determini l'instabilita' d'ogni cosa (anche se, per esempio, desiderare prima il nero e poi il bianco non cambia il fatto che si desideri) o che il fatto che ogni parola abbia un contrario determini la futilita' d'ogni esperienza (ma, per dirla alla Stirner: "sono solo nomi")... perche' tutto cio' configurerebbe un animo da pessimista? vengo da un viaggio pallosissimo. ad un certo punto ho pensato che sarebbe durato per sempre. e invece e' finito... : )) (grazie del regalo, ma nella nick c'e' una H di troppo)

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